Bologna, la “Dotta”, la “Grassa” e la “Rossa”. Tante definizioni quante sono le anime di questa città che conquista il cuore, e il palato, dei tanti visitatori che ogni anno accoglie.
Sei pronto a scoprire i segreti e le curiosità di questo affascinante angolo d’Italia? Mentre passeggi sotto i suoi famosi portici, i più lunghi del mondo, ti sei mai chiesto quali sono le storie più curiose che vedono protagonista Bologna? Oggi siamo qui per raccontarne alcune, tra verità e antiche leggende locali.
Il cioccolato di Majani
Majani è una delle eccellenze di Bologna. Fondato nel lontano 1796, questo laboratorio ha dato vita a un’azienda innovativa, diventando pioniera nella produzione di cioccolato solido, rivoluzionando il modo in cui i bolognesi gustavano le dolcezze. La Cioccolata Scorza, così chiamata per la sua somiglianza alla corteccia di un albero, nasce nel 1832 ed è il primo cioccolato solido mai prodotto in Italia.
Sotto la guida di Giuseppe Majani, già nel 1856, l’azienda si dotò di moderni macchinari acquistati a Torino. Le sue creazioni vennero premiate, ricevendo una medaglia d’argento all’Esposizione Universale di Parigi del 1867, e ben presto Majani divenne sinonimo di qualità.
Il prestigio del marchio crebbe ulteriormente quando divenne fornitore ufficiale della Real Casa, e nel 1878 Umberto I concesse l’uso dello Stemma Reale, un onore che confermò la qualità indiscutibile dei suoi prodotti.
Nel 1913 la storia di Majani si arricchisce di un’altra perla: il cremino a quattro strati, vincitore di un concorso promosso dalla FIAT, che ne garantirà un successo mondiale e lo porterà a essere oggi un dolce iconico, ancora oggi molto apprezzato. Tra gli estimatori più famosi di Majani ci furono Giosuè Carducci e Gabriele D’Annunzio.
Il telefono senza fili
Tra il Palazzo del Podestà e Palazzo Re Enzo, sotto la torre campanaria dell’Arengo, si cela una volta a crociera sorretta da quattro pilastri, ornati con le statue dei santi che proteggono la città: San Petronio, San Procolo, San Francesco e San Domenico.
Qui ha luogo un fenomeno acustico sorprendente: il telefono senza fili. Rivolgendo il volto verso il muro e iniziando a parlare, chi si trova nella stessa posizione dall’altra parte del pilastro, percepirà distintamente la tua voce. Questo accade grazie alla riflessione del suono sulla volta. Una leggenda vuole che i sacerdoti utilizzassero questo espediente per confessare gli appestati senza avvicinarsi. E tu, hai mai provato?
La statua di Papa Gregorio XIII
All’ingresso del palazzo comunale si trova l’imponente statua di bronzo di Papa Gregorio XIII. Nato a Bologna nel 1501, questo pontefice è considerato uno dei più influenti dell’epoca moderna, sia per il suo ruolo nella Riforma Cattolica sia per la riforma del calendario che porta il suo nome. Avvicinandosi alla statua si può però notare qualcosa di strano: sulla lapide l’iscrizione recita “Divus Petronius protector et pater“, che sembra suggerire uno scambio d’identità con San Petronio, il patrono della città.
Non si tratta però di un errore, ma di un astuto stratagemma per proteggere la statua del papa dai saccheggi di Napoleone. Durante le sue conquiste, infatti, l’imperatore era solito requisire le statue dei papi, per fonderle e realizzarne altre con le proprie sembianze.
Aristotele Fioravanti, “l’omo che movea le torri”
C’è impresa eccezionale, per dirla con le parole di un altro illustre bolognese, che vede protagonista Aristotele Fioravanti, l’architetto che nel 1455 spostò la torre della Magione, un’imponente struttura con una base di 4 metri e un’altezza di quasi 25 metri, per una distanza di oltre 13 metri. A questo si aggiungevano i quasi 5 metri di fondamenta, tutti traslati in un unico blocco, insieme alla struttura sovrastante. Per realizzare questa straordinaria impresa, mise al lavoro una squadra di uomini e cavalli e, nel giro di poco, come per magia, tra lo scetticismo generale, la torre iniziò a muoversi davvero.
Nato a Bologna tra il 1415 e il 1420 e scomparso a Mosca intorno al 1486, Fioravanti ha lasciato un segno indelebile nell’architettura del Quattrocento.
Fioravanti non è infatti famoso solo per la torre della Magione, ma ha raddrizzato anche il campanile di San Biagio a Cento e quello di Sant’Angelo a Venezia. A Bologna, ha contribuito alla realizzazione di progetti come la Cappella del Legato e la facciata del Palazzo del Podestà.
Il lampione dei neonati
All’incrocio tra Via Rizzoli e Piazza Nettuno, si trova un lampione speciale, risalente al 1920, che pende da Palazzo Re Enzo. Questo lampione, secondo il progetto originario, doveva essere collegato alle sale parto degli ospedali Sant’Orsola e Maggiore e illuminarsi a intermittenza per alcuni secondi ogni volta che nasce un bambino, per dare il benvenuto a una nuova vita. Sfortunatamente, non è in funzione ma chissà che non si possa vederlo illuminarsi, prima o poi.
E tu, conoscevi queste curiosità su Bologna?